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Ottanta saggi per una filologia terracquea e libertaria, concepita come cartografia, viaggio di esplorazione, a scapito delle filologie formali e nazionali e a vantaggio di una filologia del mondo, simile in parte alla "Philologie der Weltliteratur", la "filologia della letteratura mondiale", propugnata da Erich Auerbach. Tra indagini etnodialettologiche ed etnofilologiche, quest'opera intende testimoniare anzitutto quella stessa voracità e curiosità che animarono, al suo nascere, la grande tradizione filologica ottocentesca, indicando possibili direzioni di indagine verso territori "en plein air" in genere poco battuti dai filologi.